Mariano

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Paragonarsi ad un animale.

Impulso di scrittura giornaliero
A quale animale ti paragoneresti e perché?

Ho imparato, negli anni, che quando si risponde in modo istintivo ad una domanda, con una risposta secca, nel migliore dei casi si sta ignorando qualcosa, mentre altre volte quel qualcosa lo si sta cercando di evitare. Pian piano ho iniziato a rispondere sempre con più parole alle domande che mi venivano poste, qualora avessi speso del tempo precedentemente per razionalizzare l’argomento della domanda. Sia in questo caso che in quello opposto, ovvero non conoscendo la risposta o l’argomento di discussione, inizio la mia risposta dicendo che “non lo so”, salvo poi proseguire nella risposta e scoprire che forse qualcosa la so, ma che finché non l’ho esposta la mia opinione su un tema non mi è ancora chiara. Questa cosa mi è successa quando su Mastodon mi è capitato di parlare con degli utenti relativamente alle proteste degli attivisti per il clima che imbrattavano le opere d’arte (le vetrine che li proteggono in realtà, ma vabbè), scoprendomi a supportarli anche veementemente, addirittura chiedendomi che senso avesse l’arte come semplice quadro in una cornice e non come veicolo di un messaggio. Non per forza di una protesta, ma cosa smuove di più del disagio e della sofferenza?
Sto divagando, il punto è un altro: prima di discutere della questione non sapevo di avere una posizione così netta a riguardo.

Quindi?

Quindi non lo so, trovo che ogni essere abbia in sé talmente tante sfumature che fare dei paragoni tra l’uno e l’altro si possa fare ad un livello superficiale, ma che ognuno di noi ha un’infinità di sfaccettature, note e sconosciute anche a sé stesso, che lo rendono unico. Non voglio essere frainteso, non voglio dire che ognuno di noi è speciale in qualche modo e che siamo tutti meravigliosi. No. L’unicità non ha un valore intrinseco, semplicemente ognuno ha un codice genetico unico, viene da un contesto condiviso con un numero ristretto di persone e l’interazione con quest’ultimo è strettamente personale e avrà delle conseguenze diverse su ognuno.
Senza contare che le caratteristiche che mi attribuirei io non sarebbero oggettive, non potrebbero esserlo per due motivi: 1) non sono lo stesso con tutte le persone, quindi alcuni esperiscono mie caratteristiche e altri no; 2) c’è un palese conflitto di interessi nell’assegnarmi delle caratteristiche che debbano paragonarmi ad un animale.

Comunque, trovo il mondo animale estremamente affascinante e chiaramente ci sono animali che mi piacciono di più e altri che mi piacciono di meno, pur partendo tutti da un livello di apprezzamento altissimo (nessun animale mi fa schifo). Trovo alcuni animali affascinanti al punto tale da averli tatuati: sul braccio destro ho dei vistosi tatuaggi di un corvo, sull’avambraccio, e di un polpo, che va dalla spalla al gomito. Presto arriverà una balena in condivisione con la mia compagna come memoria del meraviglioso viaggio in Islanda del quale, lo giuro, presto pubblicherò su questo blog.
Aldilà della balena, il cui significato è da ricercarsi altrove, mi sembra che quelli che porto con me in ogni istante siano animali ai quali non viene dato il giusto credito perché non canonicamente belli. Pensate ad un animale carino: vi sfido a dire che erano nelle vostre top ten. Questo a discapito delle loro incredibili capacità cognitive e relazionali. In questo senso credo di aver trovato un punto di contatto: sento che questi animali siano fraintesi, così come sento di esserlo io. Con questo non voglio fare alcun atto di vittimismo, ma spesso mi sono sentito descrivere, non ritrovandomi nell’immagine che quella persona aveva di me; senza contare l’infinità di volte che mi sono sentito dire da qualcuno che “pensavo fossi un coglione, invece mi sbagliavo”. Già, quanto è brutto dover scendere in profondità per alcuni?
Se c’è una cosa che tendo a sottolineare spesso su questo blog è che io cerco costantemente di cambiare, di essere diverso, non perché non mi apprezzi ma perché credo se restiamo fermi ad un’immagine di noi scolpita nella pietra perdiamo la nostra tridimensionalità; che senza evoluzioni, graduali o repentine che siano, restiamo congelati in un istante con l’universo che sfugge via, cambia lingua e diventa incomprensibile. Per questo motivo, oltre che per una mancanza di volontà di antropomorfizzare un animale secondo il mio gusto, trovo che sia impossibile fare un paragone.

Più che rispondere con un semplice animale, quindi, credo che la risposta a questa domanda sia che finché troverò che un animale, o qualunque altro essere vivente, goda di una fama ingiusta avrà una casa nel mio cuore e chissà, forse anche sulla mia pelle.


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